Il “Monumento alla felicità” (Kofukuhi) è un’opera d’arte, work-in-progress, del grande artista giapponese, co-fondatore del movimento Gutai, Shozo Shimamoto (1928-2013). Considerato uno dei più grandi artisti del dopoguerra ed esponente dell’avanguardia artistica giapponese; è stato un innovatore, deviando dalla tradizione pittorica dell’inizio Novecento per ideare un nuovo modo di dipingere. 

Shimamoto sperimentava molto ed era concentrato a “liberare il colore dal pennello”, e riportare il colore ad una dimensione cromatica attraverso uno strumento come una bottiglia o un bicchiere pieno di vernice, capace di dare forma ad una distanza tra l’artista e il materiale cromatico, coinvolgendo il caso nel processo creativo. Il risultato è un’esplosione di colore, una tecnica del tutto nuovo, il “bottle crash”.

L’opera pensata per la Fondazione Serpone, è basata sull’idea di un monumento già realizzato in Giappone, intitolato “Prova di pace”. Anche questa è un’opera che va rinnovata ogni anno con una performance, a condizione che la pace sia presente in Giappone. La variante voluta nel “Monumento alla felicità” è l’unica opera dell’artista work-in-progress nell’Occidente. Le indicazioni del maestro erano: raccogliere tutte le bottiglie consumate durante il corso dell’anno, riempire le bottiglie di colori, organizzare una festa, invitare tutti gli ospiti a partecipare al “bottle crash”, e ripetere ogni anno per cent’anni.  

“Il gesto, il lancio della pittura a distanza sulla tela diventa velocità, erotismo e desiderio di allargare il campo magnetico dell’opera attraverso l’introduzione del caso che porta nella  direzione del riconoscimento di un evento totale, frutto anche del pensiero magico.”

— Achille Bonito Oliva

Indietro
Indietro

La cappella Nitsch

Avanti
Avanti

Arte sonora